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Orchestra di Fiati Giovanile "Città di Corigliano Calabro" - La nostra Città
La fondazione della città sarebbe stata opera di alcuni monaci greco-bizantini, che giunsero in Calabria tra il 650 e il 950 dopo Cristo. Vissero in un primo momento nelle grotte come eremiti, poi iniziarono a costruire monasteri, di cui uno a Cantinella, intitolato a San Mauro.
Intorno a questa costruzione si sviluppò un attivo borgo commerciale. Anche Corigliano non fu risparmiata dalle violente incursioni turche. Nel 977 l'emiro Al Qasim, alla testa del suo esercito, mise in fuga i monaci Mauresi, che giunsero sulla collina del Serratore, in una zona chiamata Corellianum, chiaro antrotoponimo (Podere di Corellio). Furono molti i profughi che si rifugiarono nel piccolo borgo dando vita a Corigliano. Fu sicuramente l'arrivo dei Normanni a cambiare la vita del piccolo agglomerato. Roberto il Guiscardo nel 1073 diede il via alla costruzione dell'imponente castello feudale che domina, ancora oggi la città.
Sorsero molte abitazioni ai piedi del maestoso edificio. In pochi decenni Corigliano crebbe notevolmente. Nel 1192 la città fu infeudata e passò sotto il dominio di Ruggero Sanseverino. All'epoca tre i quartieri che potevano essere distinti nel territorio coriglianese: il Castello e San Pietro, la Chiesa di "Santuoro", la chiesa di Santa Maria. Nel XIII sec. si insediò in città una colonia di Ebrei. Nello stesso periodo giunsero anche i Francescani stabilendosi in località Pendino alle porte del paese. Fu notevole il contributo dei frati per lo sviluppo del borgo che, nel 1276, contava 2700 abitanti. Corigliano visse direttamente la continua faida tra Durazzeschi e Angioini che danneggiò tutta la Calabria. Nel 1382 il castello subì un lungo assedio da parte di Venceslao Sanseverino, schieratosi con Luigi D'Angiò. Si registrò così una sensibile diminuzione della popolazione che nel 1496 contava appena 2400 abitanti. La ripresa demografica arrivò nel 1500, grazie all'impegno e all'operosità degli indigeni, ma anche di Ebrei e Albanesi, questi ultimi giunti in seguito alle incursioni turche nella penisola Illirica. Nel 1532 gli abitanti di Corigliano erano circa 4000. I saraceni intensificarono, però, le loro scorrerie. Nel 1538 il paese fu attaccata dal pirata Barbarossa. Gli abitanti difesero strenuamente la loro città, aiutati, secondo la leggenda, da San Francesco di Paola. Nel 1616, i debiti accumulati, costrinsero i Sanseverino a vendere il feudo. I nuovi signori di Corigliano furono Agostino e Giovan Filippo Saluzzo, figli di Giacomo, un ricco patrizio genovese. Iniziò però un periodo di fermo economico. La forte pressione fiscale degli Spagnoli, impegnati nella guerra contro i Francesi, ridusse al lastrico la popolazione. Nel frattempo aumentavano le zone paludose e imperversava la malaria. La rivolta napoletana del 1647, guidata da Masaniello contagiò anche la Calabria. A Corigliano Orazio Abenante, Giorgio Macrì e Titta furono in prima fila. L'anno successivo il castello fu assediato per un lungo periodo da Marcello Tosardo, che combatteva al fianco dei Francesi.
Grazie alla strenua difesa di Agostino Saluzzo, nipote di Giovan Filippo, tornò l'ordine in città. Filippo IV di Spagna fu colpito dalla fedeltà alla corona spagnola, mostrata dai Saluzzo e nel 1649 nominò Agostino Duca sulla terra di Corigliano. Ma i problemi per il paese aumentarono nel 1656, quando si diffuse la peste, causando fame e morte soprattutto nelle campagne. Nel 1700 si ebbe un'inversione di tendenza. I Saluzzo investirono molto in bonifiche e nell'azienda agraria. Iniziò la grande produzione di olio, grano e pasta di liquirizia. Le spiagge coriglianesi sono ancora oggi ricche di radici. Nel 1743 si registrarono 6800 abitanti, di cui metà vivevano tra i quartieri di "Gradoni Sant'Antonio" e "San Francesco", via XXIV Maggio e Principe Umberto. Il centro della città divenne l'Acqua-Nova, oggi Piazza del Popolo. In seguito alla proclamazione della Repubblica Napoletana, 1799, e alla dominazione francese nel Regno di Napoli, si registrarono disordini. La lotta fra filoborbonici e filo-francesi fu molto aspra. Impresso nella memoria di molti cittadini il gesto di Antonio Toscano, che piuttosto che permettere al cardinale Ruffo di entrare al forte di Vigliena, preferì dar fuoco alle polveri, facendo saltare tutto. Il primo agosto del 1806 la città fu assediata e saccheggiata dai Francesi, per aver negato aiuti e viveri ai soldati guidati dal generale Reynier. L'eversione della feudalità concessa dai cugini d'oltralpe, causò gravi danni ai Saluzzo, dal punto di vista economico. Nel 1822 la proprietà fu venduta a Giuseppe Compagna, di origini longobucchesi. La sua abilità di uomo d'affari fece sì che il feudo, frazionato in seguito alle leggi antifeudali, potesse essere ricomposto. La famiglia Compagna divenne una delle più ricche e influenti della regione. Il Comune, grazie all'eversione della feudalità, divenne proprietario di terreni molto vasti. Non mancarono le pressioni da parte di diversi ceti sociali che tentavano di aggiudicarsi, in modi non sempre legali e legittimi, le terre demaniali. Ritenuto un paese di "massari", con accezione negativa del termine, Corigliano espresse anche un certo livello culturale. Il Ginnasio "Garopoli", è sicuramente un esempio notevole di quanto appena affermato, così come la fervida attività giornalistica. Si ricordano testate di prestigio quali Il Popolano e L'Adolescenza. Corrente elettrica, teatro, cinema e fotografia giunsero a Corigliano con tempestività. Dopo la seconda guerra mondiale la svolta. Nel 1951 gli abitanti erano 21000, la riforma agraria e la sistemazione idrogeologica diedero il via allo sviluppo economico che rende ancora oggi Corigliano uno dei paesi più ricchi della regione. Gli ortaggi e il grano lasciarono il posto agli agrumi. Nacquero nuove frazioni e contrade, molto popolose: Apollinara, Cantinella, Fabrizio e Torricella. Il centro storico ha subito negli ultimi anni interventi urbanistici di rilievo. Nel 1952 nelle vicinanze della chiesa di Sant'Antonio, sono state costruire alcune case popolari; nel 1964 lo sbancamento della collina dell'Ariella dove sorge il nuovo quartiere; nel 1987 è stato costruito il raccordo tra la SS 106 e la strada per la montagna. Il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, il 2 novembre 1997, ha riconosciuto a Corigliano il titolo di Città.

Lo Scalo - Nel maggio del 1869 venne aperto in contrada San Francesco il tratto di ferrovia Sibari-Corigliano-Rossano. La zona era quasi totalmente deserta. Nel 1873 iniziarono i lavori di una strada che collegava lo Scalo a Schiavonea. La migrazione verso la frazione cominciò intorno agli anni '20. Nel 1929 sorse la fabbrica di conserve di pomodori Dragotta.
Negli anni '30 un siciliano Pensa bene, aprì una fabbrica di conserve alimentari. Dopo la seconda guerra mondiale nacquero strutture moderne per la lavorazione e la commercializzazione degli agrumi. Gli abitanti arrivavano però a 500 appena. Negli anni '60 dai paesi del circondario (Acri, Longobucco, San Demetrio Corone, Vaccarizzo, San Giorgio, San Cosmo, Spezzano) molti si stabilirono allo Scalo di Corigliano. Oggi i residenti sono oltre 15000.

Schiavonea - Vi si stabilirono alcuni pescatori intorno al XII secolo, si chiamava Marina del Cupo. Vivevano in capanne di legno e paglia, portando avanti una discreta economia, nonostante la malaria, le inondazioni torrenziali e le incursioni turche. Nel '600 gli Spagnoli fecero costruire la Torre del Cupo, unico edificio in muratura assieme alla Taverna, un magazzino di olio e vino di proprietà dei Sanseverino prima e dei Saluzzo poi. Nel 1649 iniziarono i lavori per la costruzione del Santuario dedicato alla Madonna. Sempre in questo secolo vennero istituite le due fiere dell'Ascensione e dei Morti, che ancora oggi vengono tenute nei mesi di maggio e novembre. Intorno al 1850 il barone Luigi Compagna fece costruire il Quadrato e le due Pile per la misurazione dell'olio. Le prime case in muratura sorsero alla fine del XIX secolo. Gli abitanti della Marina aumentarono nel 1940 in seguito all'eliminazione della malaria. Nel 1949 i residenti erano circa 2000. La crescita edilizia della frazione è datata anni '70. Oggi Schiavonea, con le contrade Boscarello e Giannone, conta circa 10000 abitanti.
Corigliano Calabro
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