Corpo Bandistico Città di Bussolengo |

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Il primo
atto ufficiale che documenta l'istituzione di una società musicale
a Bussolengo è firmato dall'I.R. Commissario Distrettuale di
Verona, n° 1899, datato 22 marzo 1852 e indirizzato alla Deputazione
Comunale di Bussolengo che così scrive: "L'inclito I. R. Comando
di Città e fortezza col rispettato decreto del 27 febbraio p.p.
n° 137 acconsentì all'erezione in codesto Comune di una società
musicale senza eccettuare alcuna delle persone introdotte come
soci. S'intende da sé che una tale consessione é condizionata
al buon andamento della società ed all'unico scopo musicale
per cui venne istituita e che sarebbe subito disciolta ove non
procedesse a seconda dello scopo medesimo od alle intenti dell'I.R.
Autorità militare ch'ebbe ad accordarla. Tanto si comunica a
codesta Deputazione in riscontro al suo rapporto 3 dicembre
1851 n° 1387 perché ne dia analoga comunicazione ai Soci ed
attivi l'opportuna sorveglianza per l'esatto adempimento delle
Superiori prescrizioni facendo immediato rapporto in casi di
qualche emergenza".
Successivamente la Società Musicale Banda di Bussolengo sarà
inclusa nel registro delle società politiche del territorio
del Distretto di Verona in data 8 luglio 1852 con le seguenti
annotazioni:"Società Musicale di Bussolengo costituita per un
onesto divertimento nelle ore dell'ozio, per ornamento del paese
e per decoro delle funzioni della chiesa. Presidente Francesco
Barbieri, deputato politico comunale, capo-banda Paolo Benato,
ex caporale nel reggimento munito d'un congedo onorevole" e
come annotazione finale "La Società é molto bene disciplinata,
é utile perché toglie molti giovani dal caffé e dalle osterie
nelle ore d'avanzo, é gradita al paese e dal clero, e niente
almeno per ora potrebbe consigliare una limitazione nella sua
attività".
Da sottolineare che tra i più generosi sostenitori come risulta
da un altro documento del 15 gennaio 1852, figura il parroco
di Bussolengo Don Bartolomeo Dal Fior, "finanziatore" della
banda attraverso un prestito ai genitori dei giovani bandisti
per l'acquisto di strumenti musicali; nell'elenco della Società
Musicale di Bussolengo del 20 novembre 1851 risultano i nominativi
di 24 suonatori, il presidente e cassiere Francesco Barbieri,
il capo-banda Paolo Benato e il Maestro di musica Angelo Ferri.
Sarà un periodo molto lungo ed importante per il sodalizio che
rafforzerà le sue basi strutturali e musicali reclutando oltre
ai giovani, anche suonatori isolati ed appassionati del paese
e dintorni. Ricordiamo inoltre che questo é un momento magico
per il fenomeno bandistico veronese da quanto risulta dalle
documentazioni relative al Carnevale veronese. Dopo l'Unità
d'Italia si svolsero con una certa frequenza veri concorsi,
sia per le società filarmoniche sia per i cori; era considerato
titolo d'onore riuscire ad aggiudicarsi i premi in palio, suscitando
in tal modo spirito di emulazione e talora accesa rivalità tra
i diversi comuni (risulta da articoli giornalistici che anche
a Bussolengo si sono svolti concorsi bandistici).
Nel 1888 il M° Mora, maresciallo del 79° Fanteria di stanza
a Verona, subentrò ad Angelo Ferri nella direzione del complesso
e da ricordare in quelle formazioni tra gli altri Mora, Tullio
e Pietro Zecchini, Massimiliano Battistoni e Augusto Pinali.
Nel primo decennio del 1900 la sede della scuola era ubicata
nel teatro "Capitini" dietro il Caffé Nazionale, un teatro abbastanza
grande dotato di un bel palco e panche per il pubblico in platea.
In quel periodo il presidente della banda era Natale Montresor
detto "Magnato" al quale subentrò Giovanni Dal Fior.
Nel 1915 con l'avvento della prima guerra mondiale la banda
dovette sciogliersi, poiché la maggior parte dei componenti
venne chiamata alle armi. Alla fine della grande guerra le file
si ricomposero grazie all'opera dell'infaticabile Pietro Zecchini,
trombettista e grande benemerito della Banda. Attorno a lui
si ritrovarono vecchi e nuovi musicisti come Emilio Sorio, Pietro
Pizzamiglio, Giovanni Berti. Negli anni '30-'40 l'attività bandistica
ebbe un notevole declino; ridotta ormai ad una semplice fanfara,
il gruppo sparì dalle piazze e dalle sagre e il municipio ritirò
gli strumenti perché non andassero perduti.
Dopo l' interruzione forzata a causa del secondo conflitto mondiale,
sotto la guida del M° Pasquale Mormille, la Banda riprese la
sua attività e nel 1950, grazie all'interessamento del nuovo
curato don Luciano e con l'aiuto di Pietro Zecchini e Gianni
Tortella (Gianni Bon), si riuscì dapprima a trovare un finanziatore
per rimettere in uso gli strumenti e, successivamente, a raccogliere
una quarantina di ragazzi per ricomporre la scuola di musica
e far nascere in paese una vera passione per la musica bandistica.
Nel 1959, alla morte di Pietro Zecchini, Gianni Bon rimase da
solo a sostenere tutte le incombenze che il complesso implicava:
era presidente, maestro e suonatore di vari strumenti. Si era
sobbarcato perfino il compito di fare scuola di musica nella
cucina della propria casa, perchè la banda continuasse a suonare.
Qualche tempo dopo, prese l'incarico di maestro il napoletano
Pasquale Mormille, professore di basso tuba, al quale seguirono
i maestri Onofrio Baietta di Castelrotto e Carlo Castagnedi
di Sandrà. Nel 1976 riprese il posto di direttore il maestro
Mormille che, con passione, si dedicò alla formazione di nuove
leve da affiancare ai "vecchi" musicanti.
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